ERNIA DEL DISCO
Ogni argomentazione su questa
patologia sarebbe priva di valore
professionale se non si partisse
da un concetto fondamentale,
ovvero:l'osteopatia come nessuna
altra pratica manuale non è in
grado di "far rientrare un ernia".
COS'E' UN DISCO, QUANDO
SI PARLA DI ERNIA DI PROTUSIONE?
Il disco intervertebrale o intersomatico è un ammortizzatore
ovaloide composto da cercini cartilaginei e gelatinosi, con un
nucleo all'interno di sostanza densa. Il suo compito è
principalmente di salvaguardare l'intera struttura vertebrale
da traumi e microtraumi ripetuti: cadute importanti
(sia col sedere, sia direttamente sul rachide) colpo di frusta,
ripetuti sobbalzi, sia da attività sportive che lavorative, eccessivi
sforzi che coinvolgono l'intera struttura (stress muscolare e
in caso di professionisti, esagerato carico durante l'allenamento).
Altri traumi che non vengono considerati tali sono per esempio:
starnuti , colpi di tosse , movimenti improvvisi o posture perpetrate
nel tempo che possono facilmente passare da processi artrosici a processi degenerativi del disco.
LA VERTEBRA
Le vertebre sono ossa corte che formano la colonna vertebrale.
Esse presentano caratteristiche comuni che permettono di descrivere una vertebra tipo.
La vertebra è costituita da un corpo vertebrale che insieme all'arco vertebrale delimita i forami di coniugazione da dove fuoriescono i nervi periferici. La sovrapposizione delle vertebre e dei fori vertebrali costituiscono il canale vertebrale all'interno del quale è contenuto il midollo spinale.
Questa premessa ci fa capire la nobiltà di questo insieme di ossa che, grazie alla loro perfezione architettonica ha funzioni di solidità, flessibilità e protezione del midollo spinale.
DIAGNOSTICA E TERAPIA OSTEOPATICA
I segnali più importanti che il paziente riferisce in caso di ernia sono di due tipi: dolore muscolare e funzionale, dolore neurologico (formicolii, scariche elettriche, perdita di forza). E' fondamentale ascoltare tutta la sintomatologia che il paziente riferisce (anamnesi) senza trascurare nulla. Altrettanto importante sarà per l'osteopata rivolgere domande mirate e precise. Una volta compilato il quadro dignostico e amnanestico, i test e la palpazione delle zone interessate, ci permetteranno di valutare l'entità del danno, e quindi impostare un'adeguata terapia manuale, posturale o manipolativa, sia essa muscolo scheletrica o viscerale.
Non da ultimo la diagnostica per immagini (T.A.C o RNM) deve essere sempre consigliata, il buon senso deve essere una regola per non fare danni.
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